La certezza dell'assurdo

Lucio Giuliodori

Con il libro Sogno dunque Sono, l’enigmatico ed estroso Giuliodori, sigilla un poderoso scacco matto a quella concezione del mondo basata sulla ragione a tutti i costi: come in un interminabile Agguato Tolteco, il movimento del pensiero è in questo contesto completamente arrestato nell’ attesa di subliminali percezioni o fatto schizzare alla velocità della luce verso nuovi confini d’ indomita follia. 
L’ Assurdo qui regna sovrano con certezza: non riuscendo a calarsi nello schematismo di questa realtà densa, trova residenza nel sogno, vero e proprio mondo trascendente e divino.

La prospettiva ontologica dell’ esistenza espande i suoi confini all’ inverosimile, estendendosi al di là dei limiti spazio-temporali. Il pensiero è messo alle strette nel senso più letterale del termine: lo sterile e solipsistico io penso di cartesiana memoria, tipico dell’ uomo sempre pronto a riflettere sul mondo senza mai viverlo nella sua interezza, perde il suo primato di strumento d’ indagine più raffinato posseduto dall’ essere umano e viene surclassato, declassato e degradato ad un più basso rango conoscitivo dall’ imperiosità impetuosa della visione onirica.

Un’ atmosfera di “malincomico” romanticismo trasognato emerge prepotente in molti di questi elaborati: ”Fell in love” rappresenta un picco nell’ antagonistico rincorrersi di comicità, ironia, malinconia, follia, fantasia e verismo che si disvelano durante la lettura del libro. 
Il tutto condito con un potenziale espressivo graffiante e diretto, paragonabile a quei motivi jazz che non risolvono mai, eterei, inafferrabili ed estremamente coinvolgenti.



​Cristiano Drago